Mia madre e la Szymborska saranno pessime vicine di casa, troppo simili, troppo difformi. La tranquilla saggezza dell’una irriterà il caos veggente dell’altra, e viceversa: si contenderanno comete, maggiolini, gambi di sedano. Ciascuna coverà risentimenti, e stenderà i panni come fosse una guerra, una piccola guerra di posizione: la calabrese furente, la polacca senza limiti. Vicine di casa sui balconi e tra i paesaggi un po’ sfocati dell’eterno (“Tutto qui?” avrà pensato Wislawa disfacendo i bagagli – pugni di sale, inchiostri, istantanee di nulla, ombrelli smarriti, mezzi biscotti, catene di pi greco – e poi: “L’avevo detto, io, dove c’è il Tutto c’è l’inganno del nulla, dietro l’angolo”).
S’ignoreranno, per un po’, incuriosite e stizzite da quella convivenza stretta: i cieli sono angusti, e sempre più affollati, e quando sei anziana i mezzi pubblici sono difficili da raggiungere. Dovranno condividere tramonti opachi, albe a casaccio (li mettono su per non disorientare i morti, ma l’Ufficio Meteorologia per lo più studia sui quadri impressionisti, mentre sarebbe assai meglio una copia qualsiasi di “Oggi fotografo io”), tazze di zucchero, torrenti, mattine di Natale (in cielo è Natale ogni due settimane, per decreto).
Eppure, le piccole cose correranno spontaneamente nelle loro mani, i piccoli animali, gli scarti della creazione – papere a tre zampe, meduse volanti, alligatori vegetariani, panda microscopici, cugini con sei dita – si rivolgeranno a loro.
Dalle loro cucine all’unisono si leveranno profumi che raccontano ogni cosa: cucinare è come scrivere, è chimica dell’anima. Mia madre aggiungerà più peperoncino, Wislawa spezie che non so pronunciare. Tutte e due il loro ingrediente segreto, comune.
La Vita passerà a prendere una tazza di caffé, la Morte le guarderà dal bordo del prato, agitando la mano: risponderanno al saluto senza nemmeno pensarci. Non c’è vita, dopotutto, che almeno per un attimo non sia immortale, e loro due – mia madre e Wislawa – ne sono la prova persino adesso, così distanti e perpetue, così ineffabilmente presenti, scritte, ricordate, intrecciate al nostro telaio d’aquilone, al nostro incannucciato di carne, pensiero, frattaglie.
Saranno buone vicine, dopo un poco: scopriranno che entrambe parlavano con dio, e lui rispondeva allargando le braccia. Scopriranno che tutte e due sapevano recidere i fiori con un solo sguardo, e si guardavano bene dal farlo.
Mia madre racconterà di quando incontrò il soldato tedesco morto nel fosso, gli occhi celesti pieni d’acqua e di sorpresa – lo stupore dei morti, la meraviglia dei morti, l’incredulità dei morti: “i più zelanti ci fissano fiduciosi negli occhi/perché secondo i loro calcoli vi troveranno la perfezione”– e si sentì su quell’orlo, sul quel bilico in cui stai per comprendere la legge del Tutto e del Nulla, il loro invisibile equilibrio che passa per il tuo centro, qui nel petto, dove pulsa la stessa parola, come nelle tempie e nei polsi: sì sì sì sì. Le parlerà dell’identica sensazione davanti allo Stretto, che lei, solo lei sapeva suscitare, ogni mattina, appena prima dell’alba, dal terrazzo.
Wislawa le descriverà la coerenza d’una cipolla, anche una sola, con un solo gesto allineerà nel giardino un osso di dinosauro e un cappuccio di penna bic, le parlerà diffusamente di bosco misto, lavorìo di talpa e vento.
Tutte e due beffate e tradite dalla vita che, sotto forma di altra vita, era cresciuta loro dentro, inestirpabile e, parliamoci chiaro, nemmeno chiaramente distinguibile da loro stesse, e quasi impercettibile tra tutti quei bulbi, baccelli, antenne, pinne, trachee, piumaggi nuziali e pelame invernale del mondo dei viventi.
Tutte e due ricompensate dalla vita – qualunque cosa fosse, e nemmeno loro lo sapevano, che pure l’interrogavano ogni sera – perché ci sono mani che ancora le amano, che pensano a loro nella forma religiosa delle parole allineate una dopo l’altra, che parlano di loro nel modo pensante delle mani, che le tengono in gioco nel pianeta in preda ai suoi sussulti e contorcimenti e ingorghi.
Ne avranno di tempo, per conversare e dirsi d’accordo, ma tacitamente, da buone vicine che s’apprezzano ma pure si disapprovano: “Com’è esagerata” penserà Wislawa, perché non conosce, non ancora, la parola calabrese “tragediatura”; “Com’è
affilata” penserà mia madre, patendo un poco lo sguardo della polacca, che non tollera veli: lei che non credeva nella poesia dovrà ricredersi, e le costerà moltissimo. Wislawa si sentirà rassicurata: mia madre non ha mai scritto una poesia in vita sua. “In molte famiglie nessuno scrive poesie… a volte la poesia scende a cascate per generazioni, creando gorghi pericolosi nel mutuo sentire”.
Due donne orgogliose, enormi, persino imbarazzanti per dio, che fingerà di passare per caso da lì solo per dare un’occhiata, e sentirsi sempre un po’ sorpreso, vedendo dove possono arrivare, queste mortali dalla testa dura e il cuore avido, così immerse nei grandi numeri senza perdere il vizio della singolarità.
Guardandolo che si gratta la barba le due donne si daranno di gomito e alzeranno la tazza in un brindisi. In silenzio. Perché persino l’eternità, per quanto lunga, sarà sempre breve. Troppo breve per aggiungere alcunché.
Mia madre e Wislawa Szymborska
2 febbraio 2012 di manginobrioches
❤
bello leggerti traslocata sana e salva
e’bellissimo, ho le lacrime agli occhi
e’davvero una giornata triste..ed e’triste perdere persone cosi’ straordinarie, in un mondo di nullita’…e’ triste perdere le sue parole leggere, in un mondo in cui si parla tanto, troppo, a sprofosito, goffamente, senza sapere quello che si dice
molto bello, come sempre
complimenti
oh che bello, così mi va di leggere, oggi!nel lutto, la vita anteriore e successiva…
Maria Pia Quintavalla
Ecco. Adesso non scriverò io.
Non potrei nemmeno avvicinarmi a questo tuo post.
Complimenti.
Penna d’oro: sei sempre tu. Poeticissimo e nitido. Come solo un bravo scrittore. Ciao Edga 😀
bellissimo
riesci a colpirmi dovunque io ti ritrovi. Forse nob te l’ho ancora detto,ma sei veramente speciale
Anna
ogni volta che ti ritrovo così nelle parole della scrittura è come se il tempo della mia/nostra vita si allargasse e ci abbracciasse.
Che bella favola, che bel futuro.
Ciao
http://squadraecompasso.wordpress.com/
bello, singolarmente bello per la levità e l’intensità che contiene. Complimenti
Che bel post, che meraviglioso duplice omaggio…
[…] …e questo bellissimo post di una tra le mie bloggers preferite. Rate this: […]
Suggestione e nutrimento per…..l’anima
Sono contenta di averti”trovata” e ti ricerchero’
Credo sia la poesia che ti ha portato…..
Carla
….Ho letto la parola “rompicoglioni” da qualche parte in questo blog…a caso perchè non mi interessa, e a caso ho scelto un “articolo” quindi non vedo, e lo sapevo ma hai abboccato, come mai ti sei scandalizzata per il mio “che cazzo di minestroni propini”sulla tua bacheca fb…visto la fredda tua miscellanea con la fresca morte della Whitney Houston insieme alla crisi politica , al papa a andreotti e compagnia! E’ ovvio, ti ho lanciato la cima, che potevi aggrapparti solo lì. tipo educanda. Quello che mi fa incazzare è che non è la prima volta che sbeffeggi la morte, lo hai fatto anche con la tragedia della costa crociere….perchè ti scrivo qui??? Perchè tu non sei nessuno per permetterti di bloccare un post e una persona in fb dicendo l’ultima che mi è arrivata solo in e.mail..”Si accomodi fb è pieno di bacheche , di parolacce e di spiriti affini…invece? il tuo dire la morte in diretta senza il minimo sentimento cos’è , se non volgarità d’animo??? FB è utile, può essere importante, ci si può cazzeggiare, urlare, ma è importante …quando si ha la pretesa di scrivere per un giornale ed avere un blog con molti faaaaaaaaaaannnnn…ci si assume ogni propria responsabilità. Ed hai sbagliato stamani con me, Mara Mallamo, forse devi mangiare nonsolobriosches ma pasta e fagioli e bistecche prima di confrontarti con me. E mò cancellami pure.
Sempre splendida la tua scrittura, sempre splendido ritrovarti e rileggerti. Ciao, bella.
Innanzitutto dissento dal commento di Cascella che rivela un’astio che in questo contesto è fuori luogo.
Questo tuo post lo capisco perché anch’io ho avuto una mamma fuori dal comune che se n’è andata da questo mondo con un carcinoma tanti, tantissimi anni fa.
E’ una bella cosa tenere in vita l’immagine di persone significative, continuando a vivere comunque la propria vita
E’ giusto dissentire, il post l’ho scelto a caso , è fuori luogo, lo è stata anche il post dell’Autrice su fb sulla fresca morte di Scalfaro e della citata cantante. ho postato qui, con nome e cognome, perchè , in un primo commento , in fb, criticavo la rispota a sono stata “bloccata”. Eccessivo vero, troppo, fascinodelcielo, e non avevo altro spazio per dire, a caldo, che il confronto se si cerca (soprattutto da chi ha un blog e scrive ed ha un pubblico) si dev’essere, si dovrebbe, essere in grado di aspettare un paio di battute in più.Mi scuso con chi si è sentito ferito dal mio commento nella propria sensibilità e mi scuso, ora, anche con la Mallamo. Ma mi assumo le mie responsabilità firmandomi, ripeto, se vuol cercarmi ha la mia e-mail e possiamo charirci, se vuole. Buon tutto a tutti. Apparteniamo in molti alla categoria di chi ha perduto cari e forse sanguina facilmente. Grazie.
troppo pochi i commenti ad un post cosi´..cosi´magnificente! il mio primo. Ho culo oppure sono entrata in un mondo? a diferenza della signorina Raffaella Cascella – ne avessi io di passionarie simili .. – I like , anzi I like a lot!
A parte il cazzeggiamento vergognosamente feisbucchiano, il miglior coccodrillo sulla sorte della mia poetessa preferita.
alla prossima e grazie
nishanga
Ciaoooo Nishanga…guarda che in fb cazzeggia anche la poetessa!….io piano pianino con il definir poesia…ma , ben vengano altri post qui è li….non so come togliermi di qui ma non è un problema.rc
La coerenza della cipolla… A volte fa lacrimare 🥰