Di notte la città è di nuovo degli alberi.
Si drizzano, crescono e si gonfiano d’ossigeno verticale. Sfiorano le facciate delle case, invadono i marciapiedi, allungano le radici sotto l’asfalto. Viali interi sorgono dalle aiuole e raggiungono le stelle, riempiendo di meraviglia gli occhi dei cani notturni.
La città retrocede, i muri rimpiccioliscono e stanno zitti, mentre gli alberi dialogano a vaste boccate tra loro e col cielo, che scende a bere dal loro muso, inoffensivo. Persino il mare, là in fondo, acconsente e tira un poco la sua coperta frusciante.
Nella piazza del municipio ficus primordiali allargano le spalle, stendono foglie grandi come barche, dove la notte si raccoglie stillando piano piano dall’alto in pozze dense.
Negli slarghi, i pini marittimi chiamano il mare agitando le chiome, fino a cancellare le finestre, immensi.
Un salice solitario smette di piangere, fluttua come un gigantesco anemone marino e cattura civette, sogni, manifesti, fantasmi cittadini dipinti di grigio.
La magnolia millenaria allunga le trecce, guarda lontano con gli occhi cisposi che vedono il passato, fa piovere tonnellate di profumo e di cenere solo scuotendo il capo.
I cipressi diventano frecce, razzi pronti a spiccare il balzo, diretti all’altro capo della galassia, in mezzo a città pronte a fiorire di slancio, dove l’erba spacca il cemento e dilaga la foresta delle origini.
I filari di castagni si rammentano del bosco, lanciano segnali al di là dell’isola, fari di luce verde per navigatori di boschi e di notti. Solo gli alberi recintati dell’orto botanico guardano timidi, desiderosi, piccoli come sempre, come di giorno.
Ecco, io sono come un albero da orto botanico. recintato. piccolo come sempre. timido e posticcio. di notte, come di giorno. un ossimoro sotto vetro. Kresh.
I tuoi alberi – anime nascoste fra i significati della metropoli notturna – sanno accettare, assecondare i capricci della cosmica solitudine. (il colonnello)
bella questa città degli alberi, così vivi e così immobili. z
che bello 🙂
Questi alberi affascinano prima e poi inteneriscono, con i piccoli dell’orto botanico. Buona giornata. Trespolo. PS: se oggi mi lasciano tranquillo per stasera mi preparo un risotto ai carciofi da sballo 😉
Brioches ach… vedo di fare il punto sulle domande, ma non credo di essere in grado di rispondere a tutte.
1) Per quel poco che ne so se l’era scelta bene, carina (ma ne avevo viste di meglio fra le sue ex), sveglia e appassionata d’arte; strano, ma vero 🙂
2) Come abbia fatto non lo so, ma credo, conoscendolo, che non abbia avuto grandi problemi. Magari ha chiesto aiuto, mi era sembrato un dettaglio trascurabile…
3) Di chi fosse la scultura proprio non lo so, credo un italiano… abbastanza famoso 😉
E per il capretto ti INVIDIO e mi è partita la salivazione e poi la congrega Zie Nubili è “micidiale” in queste cose. OK, vado a tamponare l’acidità con un paio di clementine (oggi ho saltato il pranzo…). Buona giornata. Trespolo.
Le vite che ci stanno in una vita sono molte, se ti prendi i tuoi rischi e riesci a non farti ingabbiare del tutto. Certo a volte scomodo, ma molto, molto divertente :-))) Buona giornata. Trespolo. PS: sono contento che il racconto ti sia piaciuto, ricordo anch’io quel capodanno piacevolissimo e così diverso. Ci sarebbe stato anche altro da raccontare, ma sarà per un’altra volta…
buon anno amica mia… ti auguro città di meli fioriti rigogliosi e promettenti di frutti…. ti auguro piccole folate di vento che ti diano scompigliate minime ai capelli. Potrai chiudere gli occhi e immaginare che son io… buon anno
Se non togli ‘ste righe giuro che ti rigo la macchina…
Rileggo oggi, con calma, i tuoi alberi e mi parte un confronto; la differenza fra le persone, di giorno e di notte, col sole, i ritmi del lavoro e di notte: luna luci e nessun capo che impone regole :-)) Buona giornata. Trespolo.
Che natura splendida…e così diversa!!
Ti ho linkata di “qua” . Ben arrivata, Brioche ! 😉 _ Lilas
Allora briochina bella,
so di che parli, so perfettamente di che stai parlando… gli altri pensano che il tuo è un “parlar figurato”.
ma io so che tu come me, quegli alberi li conosci quasi per nome, ci parli e ti rispondono.
Le magnolie (ficus primordiali)di piazza Muncipio ad esempio… vado a consolarle quasi ogni giorno, perchè qusi ogni giorno (anzi notte) c’è un cretino che le sfregia, spezzando rami… come fossero cose, semplici cose senza vita.
Il tuo notturno è magnifico, lo conosco pienamente, ma all’appello mancano altri invisibili infelici… che l’occhio inumano ignora
Se guardi nella “monnezza” ad troverai creatura ancora belle e ancora vive: alberi, abetini natalizi, recisi e ancora verdi, abetini ancora profumati di bosco, messi lì ad agonizzare accanto ai cassonetti… la loro bellezza NON serve più, eppure continua ad esistere,
REQUIEM dunque per tutti gli alberi di Natale che continuano ad esistere anche dopo le feste,
requiem per la loro agonia ingiusta e invisibile,
Requiem per quella bellezza ferita e viva, destinata a un cimitero di cose morte
Requiem per questa ecatombe inumana di alberi messi a morire nella capientissima discarica delle cattive coscienze.
Lode a quelli come te e come me, umani che possono gioire solo per alberi felici delle loro radici vive nella terra viva
Ciau!
O.T.
La bellezza di messina (le bellezze visibili ed invisibili) necessita di uno sguardo come il tuo per essere raccontata e difesa.
Perchè, biroscina cara, non partecipi al concorso letterario “No al ponte sullo stretto”?
Sull’ultimo post di
http://blogstretto.splinder.com
trovi tutti le informazioni utili.
Complimenti, è una natura che mi affascina da matti. baci, alice.
Solo un saluto veloce di buon fine settimana. Oggi sono nelle peste, un sacco di cose da fare e pure la spesa. Vita da scapolo, che ci vuoi fare 😉 Buon fine settimana. Trespolo.
Ecco dove ti eri nascosta, in mezzo agli alberi. Beh,vuol dire che è una buona scusa per frequentare di più questo blog che mi fa da occasionale rifugio. Ciao e benvenuta.